Ci sono date che chiunque abbia più di trenta anni ricorda molto bene perché sono legate a momenti che sono rimasti fermi nelle nostre vite. Una di queste è il 23 maggio.

Qualcuno di noi magari era al mare quella sera tiepida di inizio estate, altri studiavano per la maturità, altri ancora stavano semplicemente portando al parco i figli.

Il 23 maggio 1992 Giovanni Falcone e Francesca Morvillo, invece, stavano tornando a casa, a Palermo, accompagnati dalla loro scorta.

Quando il tempo si è fermato per loro, spezzati  dal tritolo, si è fermato per tutta Italia.

Una delle più forti e tenaci mani dello Stato contro la mafia era stata tagliata e di lì a poco sarebbe successo anche all’altra: Paolo Borsellino seguirà il destino dell’amico di una vita.

Giustizia, legalità, rispetto del diritto, amore per lo Stato e per le Istituzioni, disprezzo per il sopruso dell’uomo sull’uomo: ecco cosa ci ha insegnato chi ha iniziato a combattere le mafie, ecco cosa noi educatori dobbiamo ogni giorno trasmettere ai nostri ragazzi.

Dobbiamo, non possiamo: lo dobbiamo a noi stessi, a chi è morto per lo Stato, a chi diventerà cittadino attivo dello Stato tra poco e che fin  dai primi passi deve imparare a rispettare, proteggere e lottare per le Istituzioni.

Da quel 1992 tante cose sono cambiate ma le coscienze risvegliate da quegli omicidi illustri non sono mai più state sopite. Da allora la società convive con il lutto e la speranza, con la  consapevolezza di dover ricordare e andare avanti. L’IC Via Poppea Sabina ha dedicato un momento di riflessione e di ricordo per la strage di Capaci e per tutte le vittime di tutte le mafie.
PERCHÉ LE LORO IDEE CAMMINANO SULLE NOSTRE GAMBE.